Non ci sono spettacoli legati a questo evento.

INDAGINE SU UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO

112 min

Genere: Drammatico, Thriller

Lingua: Italiana con Sottotitoli per non Udenti

Regia: Elio Petri

Con: Gian Maria Volonté, Florinda Bolkan, Gianni Santuccio, Orazio Orlando, Sergio Tramonti, Arturo Dominici, Aldo Rendine, Massim...

Dopo aver ucciso l’amante (Bolkan), un importante funzionario della questura (Volontè) sperimenta come sia impossibile, in virtù della sua posizione, essere incriminato; chi potrebbe denunciarlo non lo fa e la polizia è cieca di fronte ai molti indizi e alle tracce lasciate dal collega. La follia degli apparati, l'arroganza dell'autorità, l'iniquità e l'impotenza della giustizia: nelle forme del poliziesco e del noir, il film pone con inaudita lucidità la domanda più antica (da Aristotele ad Alan Moore): chi controlla i controllori? Mentre ne trae sotto gli occhi dello spettatore tutte le torrenziali conseguenze satiriche e grottesche. Oggi appare inseparabile dagli anni della contestazione studentesca e delle lotte sindacali, quando i registi facevano film che potessero "sentire utili a qualcosa" (Elio Petri), ma il suo ritratto di burocrate schizoide, questo capo della squadra omicidi che commette un assassinio per dimostrare una sorta di immunità divina e mettere sotto torchio anche se stesso, è all'altezza di un "certo Pirandello umoristico e contorto di racconti d'ambiente piccolo borghese romano" (Alberto Moravia), incalzato da un cinema dinamico, euforico, rabbioso e inquisitorio. La sua spedita falcata, la stessa del protagonista, è preceduta e accompagnata dal celebre tema, irridente e marziale, di Morricone, che avanza allucinatorio nel film con il passo di una marionetta omicida.

112 min

Genere: Drammatico, Thriller

Lingua: Italiana con Sottotitoli per non Udenti

Regia: Elio Petri

Con: Gian Maria Volonté, Florinda Bolkan, Gianni Santuccio, Orazio Orlando, Sergio...

Dopo aver ucciso l’amante (Bolkan), un importante funzionario della questura (Volontè) sperimenta come sia impossibile, in virtù della sua posizione, essere incriminato; chi potrebbe denunciarlo non lo fa e la polizia è cieca di fronte ai molti indizi e alle tracce lasciate dal collega. La follia degli apparati, l'arroganza dell'autorità, l'iniquità e l'impotenza della giustizia: nelle forme del poliziesco e del noir, il film pone con inaudita lucidità la domanda più antica (da Aristotele ad Alan Moore): chi controlla i controllori? Mentre ne trae sotto gli occhi dello spettatore tutte le torrenziali conseguenze satiriche e grottesche. Oggi appare inseparabile dagli anni della contestazione studentesca e delle lotte sindacali, quando i registi facevano film che potessero "sentire utili a qualcosa" (Elio Petri), ma il suo ritratto di burocrate schizoide, questo capo della squadra omicidi che commette un assassinio per dimostrare una sorta di immunità divina e mettere sotto torchio anche se stesso, è all'altezza di un "certo Pirandello umoristico e contorto di racconti d'ambiente piccolo borghese romano" (Alberto Moravia), incalzato da un cinema dinamico, euforico, rabbioso e inquisitorio. La sua spedita falcata, la stessa del protagonista, è preceduta e accompagnata dal celebre tema, irridente e marziale, di Morricone, che avanza allucinatorio nel film con il passo di una marionetta omicida.
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